Qualche sera fa avevo deciso con mio cugino, che è un altro che ha voltato il cul a Milan in favore di Roma, di andare al cinema.
Mentre aspettavamo pazienti l’autobus, il parente ha cominciato a parlarmi di certi tonnarelli con cipolla di Tropea caramellata e guanciale croccante.
Dopo i canonici quindici minuti di attesa, saliti sulla 71, Franci stava ancora elogiando la totalità della gioia che ogni volta riceveva pranzando o cenando da Machiavelli’s Club , e a me stava cominciando a calarmi una bavetta, poco estetica ma rappresentativa, dalla bocca.
Come ci ha insegnato proprio Niccolò Machiavelli, il fine giustifica il mezzo: abbiamo quindi abbandonato il nostro (mezzo) dopo due fermate e tramutato il fine culturale in fine crapulone, infilando l’entrata poco visibile di Machiavelli che, come fa intendere il nome, si trova in Via Machiavelli 49, a Roma, in zona Piazza Vittorio.
(Mi capita piuttosto sovente di uscire per andare al cinema, e trovarmi ebbra a una partita di calcio, per dire.)
Io un po’ pensavo che siccome lui è qui da un sacco di anni, si fosse dimenticato che in realtà di base si mangia meglio a Milano e invece, finito di cenare, mi sarei rimangiata tutto, stupide convinzioni da arrogante milanese comprese.
Per scoprire come è andata, bisogna spostarsi su Puntarella Rossa, dove ho fatto un’accurata recensione del ristorante.